Carta e cartone sono materiali “responsabili”. Le imprese che li scelgono per i loro imballaggi sono attente a monitorarne la vita di questi per rispondere alle aspettative economiche, ambientali e sociali di tutti: istituzioni, investitori e, soprattutto clienti. Prodotti come gli imballaggi di carta e cartone, infatti, vengono usati quotidianamente da milioni di persone e sono apprezzati per la loro funzionalità, ma anche per l'eticità dei materiali, riconosciuta dai consumatori.
Secondo una ricerca condotta in Italia, l’imballaggio cellulosico è, infatti, ben valutato dai cittadini per la riciclabilità (61%), il rispetto per l’ambiente (47%) e il basso costo (55%). È fondamentale dunque che le aziende utilizzino per i loro prodotti “imballaggi responsabili”. Questo significa che essi devono garantire qualità, funzionalità e tutela dell’ambiente, seguendo le tre strade della “responsabilità”: quella ambientale, quella economica e quella sociale. Sorge quindi spontanea la domanda: “come si configura un buon packaging e quali caratteristiche deve avere per essere considerato responsabile?”
In generale, gli utenti si aspettano che il packaging preservi e conservi al meglio il prodotto nel tempo, occupi il minor spazio possibile e sia facile da aprire e da usare. Un altro aspetto fondamentale è sicuramente che l’imballaggio sia riciclabile o prodotto con materiale riciclato: lo sostiene, ad esempio, il 59% dei più di 6000 intervistati dalla Ipsos Marketing in Belgio, Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna. In Italia poi, se da una parte il 72% degli intervistati ritiene che il packaging sia una parte indispensabile del prodotto, il 90% pensa che dovrebbe essere ridotto al minimo, per evitare il suo impatto sull’ambiente. Il concetto di buon packaging è dunque connesso ad un insieme di fattori di carattere funzionale, ma non solo.
Oggi si richiede al packaging di rispondere anche ad istanze che sono connesse al ruolo che avrà quando concluderà la sua vita utile: una questione preminente dal punto di vista economico, ambientale e legislativo. Per questo la Direttiva 2008/98/CE (recepita in Italia con il D.Lgs 205 del 3 dicembre 2010) ha fornito una gerarchia di priorità di intervento che vede a monte la prevenzione, per poi passare al riutilizzo, al riciclaggio, al recupero (ad esempio quello energetico), fino allo smaltimento degli imballaggi, considerato l’ultima soluzione possibile solo se tutte le altre non sono praticabili.
Fondamentale per la direttiva è il “riciclaggio” (qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i materiali di rifiuto sono ritrattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini) e il “recupero” (qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile). La direttiva evidenza come le azioni da preferire siano quelle relative alla fase prima della produzione e a quella a fine utilizzo. Migliorare i propri imballaggi anche in funzione del loro ciclo di vita consiste in un obbligo da vari punti di vista, ma occorre considerarlo anche come un vantaggio economico: utilizzare e riciclare imballaggi in carta, cartoncino e cartone consente di recuperare dei materiali (oltre a costituire una delle opzioni favorite dai consumatori).
Ma quali azioni occorre dunque mettere in campo per rendere più sostenibili gli imballaggi e, di conseguenza, favorirne il riciclo? Nella scelta:
- packaging che utilizzano nuove applicazioni dei materiali cellulosici;
- assicurarsi che le attività di grafica e stampa siano svolte in modo sostenibile;
- imballaggi con numero ridotto di materiali differenti utilizzati o monomaterialità;
- packaging composti di materie rinnovabili e riciclabili;
- pensare di dover innovare logistica e distribuzione;
- packaging con forme che ne aumentino la resistenza strutturale
- estendere il ciclo di vita di prodotto e imballaggio, attraverso la riutilizzabilità e/o eventuali altri usi prima del fine vita
Nelle fasi di smaltimento:
- scegliere la compattazione o il disassemblaggio di materiali differenti;
- incrementare l’uso di maceri;
- trasporto e riciclo, ove possibile, devono utilizzare energie rinnovabili
Non sempre è possibile utilizzare packaging altamente riciclabili come carta e cartone. Ad esempio, quando occorre imballare alimenti umidi e grassi, la traspirabilità della carta rappresenta un problema: ma tale limite però può essere superato, prolungando così la shelf-life del prodotto. Come? Rivestendo il materiale cellulosico con altri materiali dalle proprietà differenti, come il PET (polietilene tereftalato, un polimero con elevata proprietà barriera) o l'alluminio: un materiale sempre riciclabile, in grado di isolare il contenuto senza assorbirne le sostanze. La scelta deve chiaramente essere effettuata in base alla natura del contenuto.
Un ulteriore esempio è costituito dall'obbligatorietà, in taluni casi, di utilizzare imballaggi cellulosici per alimenti, i quali finiscono per essere unti e sporchi: questa carta non può essere riciclata e recuperata come materia prima secondaria. Conoscere e riconoscere le varie tipologie di rifiuti prodotti e i relativi collegamenti non è affatto semplice. Non sempre, infatti, le aziende hanno a disposizione gli strumenti necessari a provvedere a questi rifiuti nel rispetto della legge e all’insegna del risparmio, anche in termini energetici.
In caso di difficoltà di questo genere, di identificazione o di trattamento, o di semplice necessità di smaltire grossi quantitativi, rivolgiti a Eurocorporation per un’analisi dei tuoi rifiuti. Dopo una prima fase di raccolta e di stoccaggio, ci dedicheremo a quella di selezionamento, in cui la carta viene separata in modo meccanico da tutti i materiali impuri (spaghi, plastiche, metalli). A quel punto, i rifiuti cartacei saranno trasportati su nastro in cabina di selezione, divisi in base al tipo di carta, quindi pressati e legati in balle destinate al macero presso le cartiere.
Eurocorporation non solo può individuare la destinazione dei tuoi rifiuti, ma può anche procedere al ritiro e al trasporto di essi tempestivamente, secondo le modalità previste per legge e le più adeguate per l'ambiente.