Carta e cartone possono essere riciclati innumerevoli volte, ma non all'infinito. Il riciclo della carta deve quindi essere svolto in modo efficiente, a partire dalla raccolta differenziata, che deve essere effettuata con consapevolezza, al fine di prolungare la vita della cellulosa. Differenziare la carta ci consente di facilitare la creazione di una nuova materia prima secondaria (MPS), pronta per essere riutilizzata: dalla carta riciclata, infatti, è possibile ottenere altra carta con cui generare quaderni, block-notes, agende, post-it, album di fotografie, bobine asciugatutto, buste e sacchetti vari, ma non solo. Grazie al recupero della carta, ricaviamo anche fibre di cellulosa da impiegare nella bioedilizia: una risorsa davvero preziosa, in particolare in Italia, dove le materie prime non sono così abbondanti. Inoltre, utilizzare in questo processo la carta riciclata fornisce le fibre di cellulosa necessarie a creare nuova carta e questo innesca un circolo virtuoso di riutilizzo, anche noto come “ciclo del riciclo”. Insomma la carta – entro certi limiti s'intende – è capace di rigenerarsi “da sola”. Ma cosa succede alla carta dopo che i privati effettuano il processo di smistamento della raccolta differenziata?
Vediamo allora in cosa consiste la procedura, passaggio dopo passaggio.
Fase 1
Inizialmente, la carta viene passata al vaglio perché spesso vi finiscono in mezzo anche oggetti estranei, come plastiche o tipologie di carte non riciclabili.
Fase 2
In seguito, i cartoni di dimensioni maggiori vengono separati dai fogli semplici. Questa azione è svolta da un impianto a rotelle, che separa il cartone da imballaggio dalla carta di più piccole dimensioni.
Fase 3
Una volta separati, i fogli di carta leggera passano su un nastro mobile, che scorre davanti a degli operatori che si occupano manualmente di togliere le impurità presenti e ottenere materia prima pulita: questo risultato è la cosiddetta MPS, che insieme a quella proveniente dagli scarti industriali selezionati alla fonte, viene pressata in grandi balle, stoccata e spedita nelle cartiere.
Fase 4
Una volta nella cartiera, proprio come avviene nel processo di creazione della carta normale, tramite l’uso di balle di cellulosa, i maceri vengono gettati nei pulper: grandi vasche di acqua calda, dove essa vengono finemente sminuzzate, grazie a un moto vorticoso che spappola la carta e la trasforma in una sorta di poltiglia. Successivamente, con un potente magnete vengono attirati ed eliminati gli oggetti metallici presenti, come ad esempio le graffette. Per quanto riguarda la colla e alcuni pezzi di fibre e materiali come la paraffina, l'eliminazione avviene attraverso una serie di vibrovagli a maglie progressivamente più larghe. Se lo scopo è quello di ottenere una carta con un elevato grado di bianco, il processo successivo di disinchiostrazione eliminerà anche eventuali inchiostri, vernici o smalti presenti.
Fase 5
Dai precedenti trattamenti, ne deriverà una specie di impasto che verrà raffinato per rafforzare i legami tra le fibre e ottimizzarne solidità e resistenza. Si tratta di un processo comune a tutti i tipi di carta, al fine di aumentare i punti di contatto tra le fibre, rendendole elastiche e flessibili. Poi, per legare la materia prima fibrosa, si procede alla miscelazione di materiali come gli additivi. A quel punto, il composto viene spruzzato su nastri trasportatori che lo portano nelle macchine “continue”, dove viene distribuito uniformemente su un feltro per essere compresso mediante l'impiego di rulli caldi, in modo da consentire all'acqua di fuoriuscire. Una volta essiccato l'impasto, vengono realizzati spessori e formati della nuova carta.
Questa procedura consente di contrastare l’impatto ambientale della produzione e dell'utilizzo di carta e cartone. Lo fa in tre modi: riduce l’uso di fibra vergine e delle emissioni legate alla sua produzione, diminuisce le quantità di rifiuti in discarica e riduce le emissioni legate ai consumi idrici ed elettrici. Ecco perché è importante che lo smistamento a monte sia fatto con molta attenzione.
Tuttavia, quando vengono consumate grandi quantità di carta e cartone, non sempre è facile individuare la giusta collocazione di questi rifiuti: alcuni infatti, possono trarre in inganno. Gli scontrini ad esempio, non vanno mai gettati con la carta, perché sono fatti con carte termiche che generano problemi nel riciclo. O ancora, determinati supporti per la stampa professionale (come la carta fotografica), sono soggetti a particolari forme di smaltimento rispetto alla carta normale. Viceversa, invece, una grande varietà di carta e cartoni derivanti da cellulosa naturale, possono essere facilmente ritirati e riciclati. Senza dimenticare gli imballaggi di cartone con residui di cibo che non possono essere gettati nella normale raccolta differenziata di carta, perché creano difficoltà nel processo di riciclo. Occorre sottolineare, inoltre, che esiste anche la carta difficilmente o addirittura non riciclabile, come i fazzoletti di carta, la carta oleata e la carta sporca di sostanze velenose, tipo vernici o solventi.
Non sempre privati e aziende hanno a disposizione gli strumenti necessari a provvedere alla corretta gestione di rifiuti come carta e cartone nel rispetto della legge e all’insegna del risparmio energetico. In caso di difficoltà nell'identificazione delle tipologie di carta – e quindi di trattamento – o di necessità di smaltire grossi quantitativi di carta o semplicemente di dubbio sul come farlo correttamente, è possibile richiedere a EuroCorporation un’analisi della tipologia di carta o cartone da smaltire. I nostri tecnici identificheranno la giusta attribuzione, per ciascun rifiuto, del corrispondente codice CER di classificazione, dando così il via all’adeguata procedura di smaltimento.
EuroCorporation può individuare la destinazione dei tuoi rifiuti in carta e cartone e può procedere anche al ritiro e al trattamento di essi, secondo le modalità previste dalla legge e più adeguate per il rispetto dell'ambiente.