Il deposito temporaneo è definito come il "raggruppamento dei rifiuti ai fini del trasporto degli stessi in un impianto di recupero o smaltimento […]" dall'art. 185 bis del d.lgs.152/2006. Lo stesso articolo ne regola anche le modalità.
È una fase molto importante del ciclo di gestione dei rifiuti. Questi vengono raccolti e conservati in appositi siti, prima del trasporto degli stessi in un impianto di recupero o smaltimento.
I rifiuti atti ad essere stoccati nel deposito temporaneo sono conservati nel luogo in cui i rifiuti sono prodotti, quindi nei locali delle aziende produttrici, ovvero l'area in cui si svolge l'attività che ha determinato la produzione dei rifiuti.
Qui, i rifiuti vengono separati, classificati e stoccati in maniera adeguata per evitare inquinamenti ambientali o rischi per la salute pubblica.
La durata del deposito temporaneo è stabilita per legge dall'art.185 bis comma 2 lettera b) d.lgs. 152/2006.
Sempre nel suddetto articolo il legislatore indica le modalità con cui il deposito deve essere liberato:
- con cadenza almeno trimestrale indipendentemente dalle quantità in deposito;
- quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga complessivamente i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi.
In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limite all'anno, il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno.
Durante questo periodo di tempo, ovviamente, i rifiuti vengono monitorati per garantirne la sicurezza ed evitare problemi ambientali.
Durante la fase di deposito temporaneo è fondamentale adottare tutte le misure necessarie per prevenire la dispersione dei rifiuti nell'ambiente.
Per questo motivo, le strutture di deposito temporaneo devono avere barriere anticontaminazione, sistemi di drenaggio e zone di contenimento.
Inoltre, è importante che il personale abbia una formazione adeguata per gestire i rifiuti. Una volta terminato il periodo di deposito temporaneo, i rifiuti devono essere trasferiti verso altri impianti, per le operazioni di trattamento, di smaltimento o di recupero.
Esistono ovviamente vari casi specifici e problematiche da considerare: ad esempio, la Corte di cassazione, con la sentenza 15450/2023, ha precisato come sia il produttore dei rifiuti che deve provare la sussistenza delle condizioni di liceità del deposito controllato o temporaneo in considerazione della natura eccezionale di tale deposito rispetto alla disciplina ordinaria.
Inoltre, è da considerare che la regolarità del deposito temporaneo non risiede nella sua autorizzazione, che non è necessaria come sancito dall’Art. 185bis comma 3 d.lgs. 152/2006, ma solo nel rispetto di precise regole, contenute nell’Art. 185 bis d.lgs 152/2006, comma 1.
Si richiede infatti che:
- il deposito temporaneo sia attuato nel luogo di produzione dei rifiuti;
- vengano rispettate le norme precise nella gestione dei rifiuti pericolosi;
- sia effettuato per categorie omogenee;
- i rifiuti vengano avviati presso l’impianto finale con cadenza trimestrale – criterio temporale - o quando il quantitativo in deposito raggiunga i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi pericolosi – criterio volumetrico. In ogni caso, il deposito temporaneo non può durare più di un anno.
È molto importante, inoltre, che i contenitori di rifiuti siano opportunamente contrassegnati con etichette, ovviamente con la segnalazione del codice C.E.R. (Catalogo Europeo dei Rifiuti).
In tutto questo processo sottolineiamo come sia necessario fare molta attenzione a non rientrare nella fattispecie di trattamento di rifiuti non autorizzato; tutte le operazioni di separazione è necessario avvengano prima della qualifica di rifiuto dei materiali di cui si intende disfarsi.
È quindi opportuno evitare di compiere operazioni su rifiuti al fine di incappare in illeciti di natura ambientale.
Ad esempio, lo smontaggio di un macchinario dismesso già considerato rifiuto al momento dell’operazione, può rientrare nella fattispecie di trattamento di rifiuti non autorizzato.
Quello del deposito temporaneo è un tema fondamentale nel processo di gestione dei rifiuti, oltre ovviamente a configurarsi come un obbligo di legge.
Inoltre, permette di ottimizzare i costi aziendali di gestione dei rifiuti. È importante però che il processo venga svolto in modo adeguato, nel rispetto delle norme e in sicurezza, al fine di prevenire qualsiasi tipo di impatto negativo sull'ambiente e sulla salute pubblica.
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