È arrivata l'estate: una stagione calda per i rifiuti
L’estate è ormai arrivata. Inizia la stagione calda, piano piano scopriamo braccia e gambe e le località balneari diventano la meta preferita nei weekend.
Il mare, amato da tutti, rifugio e salvezza nei prossimi torridi mesi, ma anche un bene prezioso e da tutelare. Purtroppo, spesso ce ne dimentichiamo. Ma non abbiamo tempo, non ce n’è più – dobbiamo fermarci, riflettere, smettere di inquinare.
Infatti, l’inquinamento da plastica, insieme all’innalzamento delle temperature, è forse il problema ambientale più urgente e anche quello più difficile da affrontare.
La plastica, l’usa e getta, che a partire dagli anni 70 era sembrata un’alleata fedele dell’uomo nella rincorsa alla modernità, invece si è rivelata una nemica dell’ambiente e dei mari. Il problema è stato per troppo tempo ignorato, e ora la sovrapproduzione di plastica ha definitivamente invaso sia la terraferma che i nostri mari, e gli oceani.
Alcuni numeri dell'inquinamento da plastica
I numeri sul fenomeno sono disarmanti. Ogni anno l’uomo produce più di 400 milioni di tonnellate di plastica, parte della quale è usa e getta e quindi viene presto gettata nell’ambiente. Di queste tonnellate, sappiamo bene che 8 milioni almeno ogni anno finiscono negli oceani (Fonte: WWF).
Molto spesso dai mari spuntano ancora rifiuti di plastica di 20, 30, anche 40 anni fa. Questo perché occorrono centinaia di anni per farsi sì che una cannuccia o un cotton fioc, ad esempio, si possa degradare completamente nell’acqua. Anche il più piccolo oggetto di plastica lasciato in mare, insomma, ha vita quasi eterna. Ogni estate assistiamo invece allo scempio: famiglie e persone incuranti del problema che lasciano piatti di plastica, bottiglie, sacchetti, finire in mare. Questi diventano o cibo per pesci e tartarughe, causando loro gravi problemi, o finiscono nello stomaco di pesci che poi finiscono di nuovo sulle nostre tavole – è questo il reale paradosso.
Inoltre, secondo alcuni studi, le plastiche lasciate nei mari molto spesso finiscono per diventare pezzettini così piccoli che sono detti “microplastiche“, frammenti inferiori ai 3 millimetri e quasi invisibili, ma non per questo meno pericolosi.
Sono innumerevoli i rifiuti di plastica che si trovano nei nostri mari e sulle spiagge, soprattutto nel Mediterraneo. Tra questi, i più frequenti sono le lenti a contatto, i blister di medicine, poi le “solite” bottiglie, i tappi, i sacchetti e i pezzi di polistirolo. Non basta riciclare quindi, se i rifiuti di plastica continuano a finire nei mari. Un piccolo passo in avanti si sta avendo con la progressiva abolizione ovunque in Europa della plastica usa e getta. Un passaggio al biodegradabile, progressivo ma non rapido, che lascia ben sperare.
Riciclo rifiuti di imballaggio
Gli imballaggi che si trovano nei mari sono purtroppo di tantissimi tipi, non mancano anche il vetro o il metallo. Della raccolta di questi rifiuti in acqua sono incaricate le municipalizzate.
Dei rifiuti di imballaggio di vari materiali fino ad assorbenti e stracci prodotti dalle imprese, invece, si occupano aziende specializzate.
Il ritiro e il trasporto di rifiuti di imballaggio, materiali filtranti e indumenti protettivi sono solo alcuni dei servizi proposti da Eurocorporation all'interno dell’offerta per le aziende.